L’idea iniziale del laboratorio trova spunto nel lavoro del grande sceneggiatore e teorico del cinema italiano Cesare Zavattini, il quale raccontò il suo paese, Luzzara, in un libro fotografico intitolato appunto “Un paese”, mixando con sapienza le testimonianze dirette e personali dei suoi abitanti e le fotografie di Paul Strand, considerato uno dei grandi fotografi americani. Da qui l’idea di un racconto della città intimo e personale, il contrario insomma di una guida turistica, il cui linguaggio è solitamente freddo e impersonale.
L’esperienza del corso è stata bellissima. Abbiamo incontrato una signora di 102 anni che ci ha detto che a Piazza S.Anna c’era una caserma dei pompieri e che lei si svegliava con la sirena. Il lavoro mi è piaciuto tanto perchè per la prima volta mi sono sentito parte di un gruppo. E’ stata una cosa che ricorderò per tutta la vita. Ho fatto il fotografo con la Canon di mio padre e il ciak.
Fare le interviste in giro per le Teramo è stato veramente bello. Alcune storie erano interessanti, altre un pò meno ma comunque belle. Alcune storie potevano far sentire felice, triste o spaventato che raccontava e poi queste emozioni venivano trasmesse a chi ascoltava. Non tutte le persone si facevano intervistare: qualcuno perchè andava di fretta, altri perchè non volevano farsi riprendere e altri ancora perchè non erano di Teramo ma alla fine di trovava sempre chi era disposto. Questo progetto mi ha fatto scoprire molte cose di Teramo che non conoscevo e capire la nostra città è molto importante e che siamo noi a doverla proteggere. La storia che mi ha incuriosita di più è quella di un signore che ci ha raccontato di come suo padre, soldato italiano, con le sue doti atletiche è sfuggito alla morte dai tedeschi, durante la seconda Guerra Mondiale….Questa storia mi ha trasmesso tristezza per la morte dei compagni e felicità per la sua salvezza. La mia città resterà sempre speciale perchè ha tante belle cose da vedere ma anche tante storie da raccontare.
Ques’anno con i prof abbiamo sviluppato un progetto, Io sono stato qui. Abbiamo fatto degli incontri pomeridiani alcuni in classe in cui vedevamo i video delle interviste alle persone e altri con escursioni sul territorio nelle quali ci facevamo raccontare la storia della Teramo antica e moderna. Per me è stata un’opportunità ottima perchè non conoscevo quasi nulla della mia città. Alcuni posti in cui siamo andati già li conoscevo, ma non sapevo la loro storia. I posti più belli sono stati: Piazza S.Anna con la chiesa antichissima e piazza Garibaldi dove è stato costruito l’Ipogeo che viene usato per mostre e spettacoli vari. A Piazza Sant’Anna abbiamo incontrato un’anziana di 102 anni! E’ stata un’esperienza molto utile non solo perchè conosco meglio la mia città e la sua storia ma anche perchè ho trovato persone disponibili e felici di parlare con noi, anche se alcune forse per timidezza rifiutavano di fermarsi. Mi sono rimasti nel cuore la bellezza della mia città e il viso dell’anziana incontrata a Piazza Sant’Anna.
Alcuni estratti delle più di cento interviste realizzate dai ragazzi che hanno partecipato al progetto IO SONO STATO QUI.
IOSONOSTATOQUI#1
Franco il falegname racconta quando mangiava a pranzo nel dopo scuola nella mensa collegata alla scuola. Questo video rende subito l’idea dell’autenticità del rapporto istaurato dagli studenti con i cittadini intercettati casualmente: in un momento del video (1’07”) si nota nella mano una “cremonese” la maniglia che si monta nelle finestre. Franco il falegname infatti è stato preso al volo in un trasferimento dal suo laboratorio alla casa di un cliente. Racconta molto dell’approccio avuto anche la parlata in dialetto e il rapportarsi in maniera diretta con gli studenti.
IOSONOSTATOQUI#2
Qui si può capire come funziona il progetto didattico nella pratica delle riprese: il passante viene intercettato e subito invitato a raccontare un proprio ricordo legato al luogo in cui si è in quel momento. Un ragazzo riprende con la telecamera, un altro tiene il microfono, uno pone le domande e gli altri ascoltano. A turno si invertono nei ruoli. Non esistono ricordi migliori di altri e nelle storie di ognuno è possibile intercettare preziose testimonianze.
IOSONOSTATOQUI#3
Questo è il racconto più toccante. Il sig. Arnaldo ci racconta con estrema lucidità e precisione di circostanze che hanno segnato profondamente la sua infanzia, legata al ricordo della madre. Un unico piano sequenza, una singola inquadratura che ti costringe all’apnea.
IOSONOSTATOQUI#4
Nell’incontro con la Prof.ssa Maria Gabriella Esposito si scopre la potenzialità enorme del progetto: nell’approccio con i passanti, nel chiedere un proprio ricordo, si possono fare incontri fulminanti con testimonianze che non sono più ricordi personali, ma perle sintetiche di una vita di studi e riflessioni.
Da questo incontro il progetto ha preso una piega più ampia e complessa: ci si è accorti – i ragazzi si sono accorti – che dall’incontro casuale poteva giungere una lezione di vita.
IOSONOSTATOQUI#5
Nell’incontro con Berardo c’è tutto il senso semplice e attrattivo del ricordo personale puro. Nelle sue parole non c’è nulla di sconvolgente o straordinario, nessuna lezione di vita, niente verità assoluta, ma si è catturati per la fascinazione che si subisce, da sempre, nel sentir raccontare storie.5
IOSONOSTATOQUI#6
Questo brano, il più lungo, è il più complesso e articolato, giacché dal luogo fisico dell’intervista – inevitabilmente in terra di lotte partigiane – si passa al ricordo più ampio, legato ai luoghi della seconda guerra mondiale in generale. I ragazzi hanno potuto documentare, dalla viva voce dei protagonisti o dei testimoni oculari, ricordi legati al periodo bellico. Tra gli intervistati una ultra-centenaria che ha vissuto in prima persona l’accoglienza degli sfollati, tema quanto mai cogente in questo periodo.
IOSONOSTATOQUI#7
Un altro racconto legato ad un luogo specifico: il ponte a catene, un passaggio mitico per tutti i teramani che hanno vissuto l’esperienza di attraversarlo sentendone le oscillazioni. Anche qui: nulla di straordinario se non il ricordo semplice e poetico di un momento anonimo ma carico di spensieratezza preziosa.
IOSONOSTATOQUI#8
Infine dai luoghi si passa alle persone che hanno dato un senso ad un luogo specifico. È il caso di Normanno Focosi, gestore di un alimentari ormai chiuso, che nell’immaginario di moltissimi teramani è la personificazione di un personaggio quasi fiabesco. Ecco allora che il ricordo raccontato diviene tradizione orale, un passaggio di consegne di emozioni e storie personali.